L’importanza dell’adesione al trattamento (compliance) da parte del paziente è una delle principali acquisizioni terapeutiche degli ultimi anni.
La compliance è un processo attivo, intenzionale e responsabile nel quale il paziente non solo viene direttamente coinvolto nel percorso terapeutico ma lo si educa terapeuticamente a prendersi cura di sé e a risolvere quei problemi che può trovare nella gestione quotidiana della malattia.
Questa sorta di responsabilizzazione personale abilita la persona a prendere in mano la propria vita e a capire che se andrà bene o male dipenderà essenzialmente da lei e dalle sue scelte.
Un siffatto intervento ha lo scopo di prevenire le future difficoltà e favorire l’accettazione della malattia nei suoi limiti e nella sua cronicità, di stimolare l’autonomia in generale, di favorire la socializzazione e la fiducia nelle proprie possibilità, consentendo di migliorare la qualità della vita e di raggiungere un suo nuovo disegno di integrità fisica e psichica.
Accompagnare il paziente in questo percorso, garantirgli il supporto educativo e motivazionale necessario, richiede al curante di ascoltare, motivare, informare correttamente, addestrare il paziente a prendersi cura di sé. Ciò perché, la conoscenza, il coinvolgimento, l’autostima, la libertà e l’autonomia sono i cinque assiomi in grado di garantire l’aderenza al trattamento.
In sostanza l’educazione terapeutica diventa una strategia di cura che permette a chi è malato di autogestire in modo consapevole la cura.
In tale discorso educativo – terapeutico c’è tutta l’essenza di una proposta interventistica formulata in termini di crescita e arricchimento reciproco che tenta di coniugare i contributi pedagogici e psicologici con quelli della gestione della malattia cronica.
Dr.ssa Anna Carderi