Il suicidio allargato

psicologo romaLe cronache dei quotidiani riportano frequentemente titoli del tipo “prima di gettarsi dal quinto piano uccide la moglie e i figli”.

Cos’è che muove un omicidio-suicidio?

Chi attua il suicidio spesso si sente devastato, finito, distrutto, indegno di essere al mondo. Pensa di aver condotto se stesso e i propri familiari al tracollo economico e al disprezzo sociale. È convinto che continuare a vivere significhi perpetuare in eterno questa condizione dove egli è il responsabile e il colpevole della rovina sua e dei suoi familiari.

Spesso tutte queste deliranti considerazioni possono spingere il soggetto a mettere in atto una delle eventualità più tragiche riportate nelle notizie di cronaca quella del suicidio allargato. L’omicidio dei propri cari è nel delirio del non ancora suicida il drammatico tentativo di tutelarli dalla stessa triste sorte di rovina, dalle sofferenze della vita, dalla tragedia dell’esistenza, salvandoli dalle inevitabili ripercussioni che le sue colpe avranno su di loro.

Sentimenti di colpa, di isolamento, rabbia, disperazione, di impossibilità di ricevere aiuto, la sensazione di perdita di controllo sui sentimenti e sui pensieri unite alla convinzione che l’attuale stato emotivo sia senza fine, rappresentano il terreno più fertile per la manifestazione e il rafforzamento degli atti suicidari.

Questo rischio sembra accentuarsi nelle depressioni e quando sono presenti disturbi psichiatrici, malattie neurologiche o croniche inabilitanti, abuso di alcool o sedativi.

Tipici sono i casi di depressione post-parto che si accompagnano a comportamenti omicidari e suicidari. In queste madri la convinzione che non esista la possibilità di trovare aiuto, la perdita di speranza, i sentimenti di inutilità e autoaccusa legati alla paura di danneggiare i propri figli,  portano a concepire il suicidio come unica liberazione dalla sofferenza per se e per il bambino o  unico modo per espiare la colpa per la propria incapacità ad accudirlo.

Possibili fattori prognostici negativi sono la mancanza di un valido supporto sociale o l’incapacità del soggetto di percepire l’aiuto disponibile, le conflittualità familiari, lo scadimento della qualità della vita sul piano finanziario o relazionale, il persistere di eventi stressanti, eventi luttuosi, le caratteristiche di personalità e la presenza di precedenti disturbi psichici.

 dr.ssa Anna Carderi