L’attentato di Brindisi ci riporta echi di eventi a cui negli anni tutti noi abbiamo già assistito e di cui tutti noi siamo stati vittime più o meno consapevoli e si somma allo stato di precarietà che stiamo da tempo sperimentando.
Un vero e proprio smacco ai diritti e ai valori civici, capace di rompere l’equilibrio tra l’ambiente e le capacità di adattamento dell’Io.
Un evento che mettendo a repentaglio la sicurezza individuale, intesa come protezione, certezza e tranquillità, intacca la struttura della quotidianità interrompendo le abitudini di vita e mina il senso di progettualità determinando uno stato di insicurezza per la propria vita presente e futura.
Un attentato che lascia sgomento e strazio per essere stato direzionato proprio verso il luogo che per eccellenza aiuta a costruire il futuro … la scuola … e per aver messo a repentaglio e spezzato l’innocenza di quei ragazzi che, come lo era Melissa, del futuro ne sono il manifesto.
Un luogo di speranza che qualcuno ha tentato di trasformare in un luogo di paura.
Una minaccia che sfida e scora i modelli più basilari che reggono il nostro funzionamento psicologico licitando reazioni che nella loro soggettività molto simili: depressione, ansia, insonnia, angoscia, diffidenza, isolamento, impotenza e tutto quel corollario di sintomi che rientrano nel disturbo post-traumatico da stress, dove il soggetto costantemente rivive mentalmente (flashbach) gli eventi.
dr.ssa Anna Carderi