Si presentò nel mio studio in un freddo pomeriggio d’inverno, una giovane donna la cui esile figura unita a una bellezza ancora acerba gli conferiva, a dispetto dei suoi 35 anni, l’aspetto di una diciassettenne. Mi raccontò di come si fosse laureata con lode e come a pochi anni di distanza dalla sua assunzione fosse ormai all’apice della carriera. Un lavoro che adorava e che consentiva a lei e al marito di viaggiare e di fare vita mondana. E mentre discorreva della sua vita e del suo perfetto matrimonio e mi parlava del grande amore che nutriva nei confronti di quel marito che l’aveva rispettata e assecondata negli otto anni di fidanzamento nel suo principio di giungere vergine al matrimonio, mi disse, con una certa remora e tanto pudore, che a distanza di due anni dal matrimonio questo non era stato ancora consumato… “non lo abbiamo mai fatto”.… e aggiunse… “sa’ dottoressa, il lavoro, gli impegni sociali, la famiglia…..”
Questo di Paola è un tipico esempio di matrimonio bianco.
Ma può esserci un matrimonio senza sesso?
Certamente sì. La coppia può manifestare una ricca gamma di comportamenti erotici che vanno a sopperire la penetrazione.
Quanto può reggere un siffatto matrimonio?
Tanto, anche tutta la vita. Come nel caso di Paola, la situazione di mancanza di rapporti sessuali completi può prolungarsi per anni prima che la coppia o il singolo acceda alla terapia, spesso spinto dal bisogno di avere un figlio.
Che cosa concorre a far sì che entrambi accettino questo stato di cose?
L’amore, la costanza affettiva, il profondo senso di rispetto reciproco, il sostegno e la comprensione rendono queste unioni indissolubili. La motivazione spirituale, platonica e agamica tende, infatti, a far emergere la motivazione di attaccamento/affiliazione per l’altro e un forte sentimento di appartenenza reciproca che spinge i partner a desiderare di stabilire una relazione duratura Spesso sono coppie collusive, dove entrambi i partner concorrono involontariamente al mantenimento del sintomo. Ciò rinforza l’impegno promuovendo l’accettazione delle resistenze, debolezze e bisogni.
La coppia tende a condividere ogni cosa. Un totale coinvolgimento dove si “mescolano” le caratteristiche di personalità dei singoli individui entrando in un’ottica di condivisione reciproca ideale e fusionale. È come se l’attenzione di uno nei confronti dell’altro fosse sempre alta. Il coniuge, ad esempio, esercita una forma di rispetto nei confronti della sua compagna tale da renderlo disposto ad attendere anni che la moglie si conceda e si disponga alla penetrazione.
Lungi dal farci ingannare dal marito benevolo, va detto che nel matrimonio bianco il portatore del sintomo è la coppia. Frequentemente sono uomini che, al pari delle proprie mogli, non hanno mai avuto rapporti sessuali completi, perché poco interessati alla sessualità e spesso portatori loro stessi di una difficoltà sessuale. Di più, come in un incastro magico, ad esempio, al vaginismo (spasmo involontario ricorrente o persistente del terzo esterno della vagina, che interferisce con il rapporto sessuale) o all’avversione sessuale (evitamento di quasi tutte le attività sessuali genitali) di lei può associarsi l’inibizione, l’ansia sessuale o la disfunzione sessuale di lui.
Nel trattamento per affrontare correttamente il problema e impedire il cronicizzarsi della situazione è necessario attuare una attenta valutazione eziologica. Infatti, i possibili fattori alla base del sintomo spaziano e nell’anamnesi possiamo ritrovare abusi sessuali, una educazione e un clima morale contrario alle relazioni sessuali fuori dal matrimonio.
Può inoltre esserci una concomitanza di disturbi che portano a evitare contatti sessuali, quali sentimenti di ansia, dispareunia, vaginismo, desiderio sessuale ipoattivo, avversione sessuale o fobia della penetrazione, problemi sessuali del partner (disfunzione erettile, eiaculazione precoce, induratio peni plastica). Conseguentemente il tipo di intervento, prettamente di coppia, dipenderà dalla presenza di uno o più fattori sopra citati.
Facciamo qualche esempio …
Quando a farla da padrone sono l’ignoranza, i pregiudizi e la mancanza di esperienza, per la coppia è utile avere informazioni sulla fisiologia dell’apparato sessuale e ampliare la conoscenza anatomo-fisiologica che hanno dei propri genitali in modo da scardinare tutto il corollario di paure, colpe e vergogne associate alla sessualità. Nel caso di vaginismo si esplorano e trattano i problemi psicologici associati come senso di colpa, condizionamenti negativi, ansia del rapporto e sensazioni di inadeguatezza. Il trattamento si completa con l’impiego di esperienze sessuali (mansioni) da eseguire “a casa propria”, la cui finalità è quella di migliorare il rapporto con il corpo e la sensualità, ridurre la tensione muscolare generale, rilassare l’entrata vaginale, avere un rapporto sessuale completo. Il consiglio per queste coppie è quello di rivolgersi a uno psicosessuologo che le aiuterà a superare le inibizioni e a capire le reciproche posizioni ed i vissuti verso la sessualità.
dr.ssa Anna Carderi