Il dolore provocato da un’esperienza di separazione o di tradimento, amicale, familiare o relazionale che sia, attuale o pregressa, può essere talmente devastante da innescare, a tutela dell’integrità personale, forti resistenze verso il vissuto amoroso che possono assumere i connotati di vere e proprie fobie relazionali.
La philofobia, la paura di innamorarsi, ne è la manifestazione più estrema. Il filofobico prova una paura marcata, persistente ed eccessiva collegata al danno subito in precedenza e a certi aspetti dell’oggetto d’amore o della situazione per cui teme di innamorarsi per la preoccupazione di essere abbandonato o tradito e così soffrire nuovamente.
A tal fine egli attuerà comportamenti di evitamento di tipo difensivo consistenti nell’intrecciare costantemente rapporti impossibili, nel rifuggire occasioni di incontri amorosi, nel troncare e fuggire da un rapporto ogni volta che in esso riconoscerà i barlumi amorosi, nella ricerca di difetti inesistenti, nel rifugiarsi nel proprio lavoro assodandolo, al bisogno, a giustificazione.
Questi comportamenti di evitamento reattivi vengono messi in atto per evitare o sedare l’immediata risposta ansiosa e il corollario di sintomi associati (dispnea, sudorazione eccessiva, nausea, tachicardia, agitazione ecc.) che l’esposizione allo stimolo fobico provoca.
Come per tutte le fobie un intervento psicologico mirato e focalizzato sull’analisi dei fattori scatenanti porta alla risoluzione del sintomo.
dr.ssa Anna Carderi