I disturbi dell’alimentazione sono modificazioni del rapporto tra la persona e il bisogno di cibo.
Il rapporto che ognuno di noi struttura con il cibo va ben oltre il concetto di soddisfacimento del bisogno fisiologico della nutrizione, necessario alla sopravvivenza.
Il momento dell’assunzione di cibo è riconducibile ad esperienze di completo appagamento dei bisogni o al contrario al senso di abbandono e frustrazione.
Il nucleo del comportamento patologico nel Binge Eating Disorder è costituito dalla presenza di giorni “binge” nei quali il soggetto ingerisce ingenti quantità di cibo distribuite nell’arco delle 24 ore, o comunque cede alle abbuffate, alternati a giorni di alimentazione corretta o improntata alle restrizioni alimentari. La frequenza media del binge-eating sembra essere di 3-5 giorni a settimana.
Terminati i giorni “binge” subentrano sentimenti di sconfitta e di colpa con conseguente calo dell’autostima. Questi pazienti si considerano in modo dicotomico eternamente a dieta ipocalorica o “non a dieta”; non concepiscono di poter mantenere un peso ragionevole cibandosi correttamente.
Quando il paziente non riesce a rispettare il regime ipocalorico programmato, passa ad una alimentazione incontrollata e caotica, nell’incapacità di mantenere una via di mezzo tra i due estremi, evidenziando lo stile cognitivo “tutto o nulla” tipico delle pazienti bulimiche.
Le abbuffate, nel BED come nella Bulimia Nervosa, si manifestano in rapporto a stati d’animo negativi. L’iperalimentazione è dettata dal bisogno compulsivo di riempire con il cibo un vuoto interiore altrimenti incolmabile.
I problemi sembrano legati alle dinamiche familiari e l’utente pare ancora dipendente dalla famiglia di origine.
dr.ssa Anna Carderi