La perdita improvvisa dell’udito è un evento capace di introdurre un cambiamento nel normale corso della vita quotidiana.
Per questa sua caratteristica essa è equiparabile a qualsiasi Handicap fisico giacché limita le attività socio-relazionali (ad es. andare al cinema, a pranzo) scatena problematiche di integrazione sociale, comporta una serie di cambiamenti nello stile di vita, e provoca stress nella relazione con l’altro.
Ciò può provocare nell’ipoacusico un forte senso di disagio e frustrazione con l’esito di compromettere, in chi ha una bassa tolleranza alle frustrazioni, l’immagine che ha di sé. Ne consegue una tendenza a ripiegarsi su se stessi, a evitare sempre più i contatti, il che porta all’isolamento e all’emarginazione.
Nella mia pratica clinica presso la Divisione di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, l’impiego del MMPI ha permesso di evidenziare che esistono aspetti caratteristici della personalità che possono interagire con la sintomatologia, rendendola meno sopportabile e più invalidante.
Sulla base di un’esperienza lavorativa di circa 10 anni nel settore audiologico sono state osservate due modalità prevalenti di risposta al sintomo. Una parte di questi pazienti presenta la tendenza a rispondere con modalità ansiose e rimuginative a diversi stimoli ambientali, l’altra parte utilizza il sintomo organico al fine di richiamare l’attenzione su di sé o di ottenere psicologicamente dei “vantaggi secondari”.
Inoltre la sordità improvvisa può facilitare lo sviluppo di una depressione reattiva che aggrava l’handicap instaurando un circolo vizioso di reazioni emozionali disforiche che possono comportare dei disturbi dell’umore oppure una costellazione di lutto, demoralizzazione, ritiro e atteggiamenti regressivi. Indubbiamente si tratta di pazienti “difficili” con i quali è possibile instaurare un rapporto terapeutico se si fa lo sforzo di comprendere l’aspetto soggettivo legato al disturbo.
Conseguentemente è necessario lavorare sull’accettazione dell’ipoacusia e sulle emozioni di ansia e depressione che questi pazienti possono presentare.
Le finalità dell’intervento psicologico sono quelle di favorire l’adattamento restituendo un “significato” alla malattia, implementando le capacità di fronteggiare lo stress (coping) associate alla sicurezza personale e alle risorse sociali e familiari.
Ciò, unito alla elaborazione dei conflitti, favorisce l’accettazione del problema e la riduzione dell’ansia e della disforia innescando un processo di adattamento e cambiamento che consente alla persona con ipoacusia, nonostante tutto, di continuare il proprio percorso di vita. .
dr.ssa Anna Carderi