All’interno dello spazio duale arriva il momento in cui la coppia sente la necessità di passare dallo status coniugale a quello genitoriale.
Ciò che x molti è un sogno che evolve naturalmente nel concepimento di un figlio per alcuni può trasformarsi in un vero e proprio incubo.
Quando lo spauracchio dell’infertilità si tramuta in una certezza le conseguenze emotive sono devastanti e possono minare lo stesso rapporto di coppia.
L’insuccesso “procreativo” incide profondamente sull’identità di chi lo vive, influendo negativamente sull’accettazione di se e dell’altro e pone l’individuo in una dimensione di incompletezza e incompiutezza che investe tutte le aree della sua vita.
La persona è pervasa da un senso autosvalutazione, colpa, vergogna e responsabilità, e può vivere l’evento come una punizione o come una prova della sua presunta inadeguatezza. Vive l’incapacità a procreare come una minaccia alla propria integrità e una ferita al sentimento di salute e onnipotenza. Essa rappresenta un’esperienza di perdita e un attacco al senso di infallibilità.
Al pari di un evento traumatico nella persona, a seguito della diagnosi di sterilità, si ravvisano problemi del sonno, tendenza all’isolamento sociale, difficoltà lavorative, problemi di concentrazione, perdita di speranza, scoramento, problemi nella relazione di coppia e nella sessualità, comportamenti ossessivo compulsivo, ansia generalizzata, depressione, uso di alcool o droghe.
Tale stato di stress viene amplificato – nel caso la coppia opti per un programma di procreazione medicalmente assistita (PMA) – dai continui esami clinici e dal tipo di procedure fortemente intrusive utilizzate, dai tempi che il trattamento richiede, dal numero dei fallimenti, dall’alta frequenza dei controlli.
Inoltre, la persona può manifestare un atteggiamento perfezionista, eccessivamente preciso, ordinato e scrupoloso nel seguire le indicazioni terapeutiche. L’angoscia del paziente è così contenuta dai rituali costruiti intorno alla patologia.
Il panorama delineato riguardo i difficili rapporti fra il vissuto della condizione di infertilità e la gestione terapeutica della patologia stessa pone a favore dell’inserimento del sostegno psicologico nei piani di cura.
In tutti i casi di infertilità e procreazione assistita ricorrere al supporto psicologico consente di migliorare la gestione dell’evento in modo da favorire l’esito stesso del trattamento medico.
Dr.ssa Anna Carderi