Tutti noi tendiamo a conservare oggetti anche se ormai inutili perché ci ricordano un momento particolare della nostra vita o una persona cara.
Ma quando il conservare gli oggetti diventa un bisogno ossessivo di avere e immagazzinare oggetti entriamo nell’ambito della patologia.
Disposofobici, hoarders o accumulatori compulsivi, che si voglia dire,certo è che ci troviamo dinanzi a persone che provano piacere nell’accumulare oggetti ritenuti preziosi ma che nella realtà sono inutili (giornali, lettere, scatole), pericolosi e/o nocivi (cibo avariato e rifiuti organici umani) e sofferenza, angoscia e senso di colpa se ravvisano la necessità di sbarazzarsene.
Sono persone che tendono per vergogna o imbarazzo ad isolarsi e a non mostrare gli oggetti che disordinatamente occupano gran parte del loro spazio vitale che così diventa inutilizzabile come diventano inutilizzabili i mobili o gli attrezzi ivi contenuti creando difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane come pulire, muoversi, lavarsi , vestirsi, dormire o uscire di casa.
Spesso il disordine e l’accumulo è tale che facilmente vengono smarriti oggetti di valore come preziosi, fatture, denaro e bollette.
Utile per il disposofobico è il diventare membro di un gruppo di supporto e l’essere affiancato da un coach che lo supervisioni e lo aiuti in modo non traumatico a disfarsi degli oggetti accumulati e a elaborare una strategia ad hoc che lo tuteli dalla ricaduta compulsiva cercando di capire che importanza assume l’oggetto e cosa può motivarlo a buttarlo via.
Dr.ssa Anna Carderi