L’impero dei … bulli

bullismoSono il frutto di una società formata da adulti poco attenti e incapaci di ascoltare le richieste e le sofferenze dei propri figli, tolleranti verso la devianza, che non si accorgono di nulla o preferiscono non vedere.

Una società che ha perso il controllo, incapace di difendere i ragazzi dai loro stessi impulsi perché incapace di dettare regole e limiti oltre i quali certi comportamenti non sono consentiti.

Il risultato?

Ragazzi e ragazze, con un’età compresa tra i 12 e i 17 anni, lasciati da soli a risolvere le loro difficoltà, rabbiosi verso una società incapace di funzionare come care giver prendendosi cura di loro, sostenendoli, gestendoli e contenendoli nelle loro problematiche.

In tali circostanze spesso i ragazzi cercano una famiglia suppletiva, la banda, capace di dare loro quella guida che non trovano altrove adeguandosi ad un modus vivendis connotato da atti di aggressione consapevoli e volontari, perpetrati in maniera persistente e organizzata, che può evolvere in veri e propri comportamenti criminali e condotte ad alta connotazione aggressiva con ridotta capacità di controllo degli impulsi.

I bulli possono mostrare un comportamento prepotente, minaccioso o intimidatorio, dare inizio a colluttazioni fisiche, usare un’arma che può causare seri danni fisici, essere fisicamente crudeli con le persone o con gli animali, attuare aggressioni.

La distruzione intenzionale dell’altrui proprietà può includere l’incendio deliberato con intenzione di causare seri danni o distruzione deliberata della proprietà altrui in altri modi.

Sono ragazzi che spesso hanno l’abitudine di stare fuori fino a tarda notte nonostante le proibizioni dei genitori.

Sono soggetti che tendono a minimizzare i propri problemi di condotta, possono essere insensibili e mancare di adeguati sentimenti di colpa o di rimorso.

Scarsa tolleranza alla frustrazione, irritabilità, esplosioni di rabbia e avventatezza sono caratteristiche frequentemente associate.

Tale comportamento è spesso associato con un inizio precoce dell’attività sessuale, del bere, del fumare, dell’uso di sostanze illecite e di azioni spericolate e rischiose.

Il bullismo è legato al substrato adulto in cui il bambino cresce. Si tratta di risposte comportamentali specifiche, patologicamente esagerate, a eventi stressanti, vulnerabilità, conflitti o altre situazioni socioculturalmente strutturate tipiche dell’ambiente di una persona.

Numerosi sono i fattori che possono predisporre il soggetto a sviluppare una siffatta condotta antisociale; tra questi vanno annoverati il rifiuto o l’abbandono da parte dei genitori, temperamento infantile difficile, norme contraddittorie di educazione con disciplina rigida, maltrattamento fisico o sessuale, mancanza di sorveglianza, inserimento precoce in istituzioni, frequenti cambiamenti delle persone che si prendono cura del soggetto, famiglia numerosa, rifiuto da parte dei coetanei, associazione con gruppi di delinquenti, esposizione alla violenza nel vicinato, una reazione al contesto sociale immediato.

Cosa si può fare per questi ragazzi?

Molto, ad iniziare dagli stili educativi! È importante intervenire precocemente finché permangono le condizioni per modificare gli atteggiamenti inadeguati, promuovendo interventi tesi a costruire una cultura del rispetto e della solidarietà.

Che siano vittime o persecutori, si deve insegnare ai nostri ragazzi ad essere assertivi promuovendo la conoscenza di se stessi, implementando l’autostima e il rispetto per il prossimo, migliorando le abilità di comunicazione e le competenze per riconoscere ed esprimere le proprie emozioni.

Occorre quindi agire non solo sul fenomeno in sé e sulle sue manifestazioni, ma anche sulle competenze sociali della vittima e dell’aggressore.

dr Anna Carderi