L’Aggressività è l’elemento fondamentale della pericolosità sociale.
È definibile coma la produzione di uno stimolo nocivo e socialmente inaccettabile apertamente diretto contro gli altri.
L’aggressività può essere conseguente ad uno stato di frustrazione, di rabbia, ad una disposizione favorevole ad atti o a stili aggressivi acquisiti precedentemente.
La violenza comportamentale può essere scatenata da un vissuto di rifiuto da parte della persona amata o di un familiare diventando così un modo di estorcere l’amore o da una gelosia verso il coniuge. Spesso è legata a gravi deficit affettivi, ad una bassa tolleranza alla frustrazione, ma esiste anche un tipo di violenza indiscriminata che colpisce persone con cui non si hanno legami affettivi personalizzati.
L’aggressività appare come sintomo all’interno di una ampia costellazione psicopatologica (schizofrenia, demenza, alcolismo, abuso di sostanze, disturbo della condotta alimentare e bipolare tipo maniacale) fino a rappresentare l’essenza fondamentale del sintomo (disturbo Borderline di personalità, antisociale, passivo-aggressivo).
Gli individui con Disturbo Antisociale di Personalità, ad esempio, tendono ad essere irritabili ed aggressivi, e possono essere coinvolti ripetutamente in scontri o commettere aggressioni fisiche (incluso picchiare il coniuge o i figli).
Frequentemente riportano una storia di reali esperienze di crudeltà, trascuratezza, deprivazioni ed abusi da parte delle figure genitoriale. Tale fallimento dell’esperienza di attaccamento fa si che l’antisociale renda gli altri vittime della stessa violenza subita.
Anche gli individui con Disturbo Borderline di Personalità sono soggetti che hanno sperimentato la mancanza di una relazione significativa di accudimento da parte del curante. Questi individui possono improvvisamente passare dal ruolo di supplice, bisognoso di aiuto, a quello di giusto vendicatore di un maltrattamento precedente. L’aggressività si manifesta con atteggiamenti minacciosi e rabbiosi, connotati da violenti accessi di ira, tentativi di suicidio o di automutilazione. Diversamente dallo schizofrenico che agisce in preda ad un raptus, il borderline può progettare a freddo un’aggressione.
L’aggressione, nei soggetti con Disturbo della Condotta può assumere la forma di stupro, violenza od omicidio. Questi individui possono biasimare le vittime per essere pazzi, senza risorse, o perché meritano il loro destino; possono minimizzare le conseguenze dannose delle proprie azioni o semplicemente mostrare completa indifferenza o fornire una razionalizzazione superficiale dopo avere fatto del male, maltrattato o abusato di qualcuno.
Generalmente sono incapaci di scusarsi o di riparare al loro comportamento. Spesso mostrano scarso rimorso per le conseguenze delle proprie azioni.
Nell’analisi dell’aggressività si deve tener conto della condotta aggressiva, della sofferenza della vittima, dei vantaggi per l’autore dell’offesa. Per vantaggi intendo sia l’allontanamento da noxae patogene sia l’acquisizione di certe soddisfazioni come ad esempio il tentativo di capovolgere un’esperienza di abuso infantile, ottenendo vendetta, o scaricare gli impulsi aggressivi che comportano l’annientamento del Sé.
dr.ssa Anna Carderi