Discipline sportive praticate 3-4 volte la settimana, sabati e domeniche passati in palestre, piscine, piste di atletica o di ballo ci rimandano una realtà tipica dell’accanimento sportivo, dietro cui spesso si celano ambizioni che non sono dei ragazzi ma dei genitori. Lo sport, nel bambino e nell’adolescente, stimola l’apprendimento e fa accrescere le competenze favorendo lo sviluppo dell’autostima e la gestione dell’ansia in tutta serenità e divertimento coinvolgendolo in una serie di giochi e attività con valenza educativa.
Talvolta però, senza rendersene conto, i genitori gettano i propri figli in un vortice di attività che riempie completamente le loro giornate esponendoli a ritmi di vita troppo frenetici Il risultato Il sovraccarico psico-fisico a cui il ragazzo si sente esposto inevitabilmente lo porterà o a gestire un rapporto conflittuale tra la disciplina che pratica e la sua frustrazione o alla totale rinuncia. Inoltre, fare troppe attività crea spesso incertezze ed ansie, è impegnativo, disorientante, dispersivo e poco costruttivo e spesso inficia negativamente sul rendimento scolastico e sportivo e sullo sviluppo psicologico ed emotivo.
Cosa si nasconde dietro questa impellenza sportiva? Un genitore, spesso chiede apertamente allo sport che aiuti il proprio figlio nello sviluppo delle qualità fisiche e delle attitudini sociali. Paradossalmente però lo chiede scegliendo per lui e quindi eludendo le aspirazioni del figlio, trascurando i sui bisogni, dettando le regole secondo le proprie esigenze, esperienze, bisogni e desideri. Inconsciamente scarica sul figlio tutte le sue “delusioni sportive”. Inoltre, scegliere lo sport che promette guadagni stratosferici o che fa tanto chic fa dei successi del proprio figlio una sorta di status symbol con cui carpire consensi e guadagnarsi il rispetto di chi lo circonda anche a costo di sminuire e denigrare l’operato dei figli altrui. Le attività sportive possono assumere i connotati di un vero e proprio baby sitteraggio. Gli impegni lavorativi e l’assenza di una rete sociale di riferimento rendono, infatti, necessario coinvolgere il bambino in un insieme di attività che lo tengano occupato.
Come evitare tutto ciò? Poiché, tali condotte di elusione delle aspirazioni del bambino possono essere per lui fonte di stress e disagio, diventa importante per il genitore porsi alcuni interrogativi preventivi riguardo alle attività: – Ciò che gli propongo serve a me o a lui? – Quali sono le mie aspettative? – Questa attività lo svaga e lo rilassa o lo stressa ulteriormente? – Il bambino regge questi impegni? – Sto scegliendo per lui, eludendo le sue aspirazioni? – A cosa gli serve praticare questo sport? Inoltre, è utile monitorare se il bambino: – I giorni seguenti all’attività esprime un nervosismo apparentemente ingiustificato; – Il rendimento scolastico è costante; – Vive altre esperienze ludiche e ricreative con scarso entusiasmo; – È apatico e privo di interesse verso ogni proposta e attività. Ciò orienta il genitore, facendolo riflettere su alcuni possibili campanelli di allarme che il più delle volte causano sgradevoli problemi e ostacolano una serena crescita del ragazzo.
Il consiglio… A meno che non sia vostro figlio a chiedervelo, evitate di sovraccaricarlo inutilmente facendogli svolgere più discipline sportive contemporaneamente. Ricordiamoci sempre che non abbiamo bisogno di confezionare ai nostri figli occasioni di divertimento e di impegno, sono eccezionali nell’inventarsele da soli e se proprio volete fargli fare uno sport chiedete consiglio a lui!
dr.ssa Anna Carderi