La malattia, è un trauma che interrompe il ritmo della vita della persona, ne incrina gli equilibri, ed impone una revisione del passato, del proprio ruolo hic et nunc e del proprio futuro. Il momento della scoperta della malattia (diagnosi), il momento in cui, dopo un periodo di benessere, ricompare la malattia (recidiva)e il periodo in cui la malattia ha il sopravvento (fase avanzata) provocano sentimenti diversi quali paura, disorientamento, rabbia, delusione, ansia e depressione che condizionano l’umore e che possono provocare sintomi simili a quelli della malattia stessa.
Ma la malattia è anche un momento di crescita personale.
La malattia ci insegna quel che siamo.
Questa consapevolizzazione consiste in un processo trasformativo del”significato” attribuito alla malattia, delle strategie di “coping”, della self efficacy (l’energia disponibile per il cambiamento) e della resilienza (capacità di far fronte allo stress). Tutti questi agenti consentono alla persona di contrapporsi al senso di frammentazione, di annullamento del sé e di autosvalutazione che la malattia porta con se e concorrono a modificare il peso stressante dell’evento, introducendo la constatazione che esso, in quanto controllabile, è gestibile.
Infatti, se l’organizzazione dell’Io dell’individuo non è sufficiente, il vissuto di timore per un pericolo incontrollabile può causare nel malato un grave stato di depressione, insicurezza, irrequietezza, insonnia, incubi, difficoltà di concentrazione, timori per la propria sorte; in alcuni casi, a causa della situazione di forte dipendenza e passività, si possono attivare meccanismi di regressione e molteplici sintomi che si amplificano soprattutto nel caso di prognosi infausta
Ne conviene che l’obiettivo del trattamento psicoterapeutico è di avviare un processo di trasformazione che consenta di esperire la malattia non più come una minaccia alla propria sicurezza ma come occasione di crescita e di sviluppo personale.
Per diminuire il peso psicologico della malattia, l’obiettivo è quello di aiutare il paziente ad acquisire maggiore consapevolezza della sua malattia e a esprimere apertamente ogni richiesta di aiuto e di sostegno al fine di aumentare l’empowerment e favorire così la compliance.
Le possibilità di un intervento psicologico sono molteplici e includono:
- consulenza psicologica
- sostegno psicologico
- psicoterapia
- gruppi terapeutici di condivisione e confronto
- gruppi esperienziali
Per concludere, da queste considerazioni emerge la necessità di un cambiamento nell’approccio al malato. Cambiamento che si concretizza nel passare da una visione tradizionalmente medica del concetto di malattia e di cura focalizzato sulla patologia ad un approccio orientato alla salute e alla persona, con la presa di consapevolezza dei bisogni non solo fisici ma anche psicologici e sociali, caratteristici di ogni singolo individuo. Ciò in quanto il successo terapeutico dipende anche dalle risorse e dal vissuto individuale della persona stessa.
dr.ssa Anna Carderi