conflitto e resilienza

Stress, resilienza ed elaborazione dei conflitti

Lo stress è un insieme di reazioni che, scatenate dallo stimolo esterno o stressor, hanno origine nelle facoltà intellettive (si percepisce un pericolo, una situazione sconosciuta, o semplicemente un fastidio) e da lì la reazione a catena passa a coinvolgere le funzioni regolate dal sistema nervoso autonomo (il battito cardiaco, le funzioni viscerali) e poi quelle ormonali del sistema endocrino che, a loro volta, agiscono su tutta la periferia dell’organismo: per esempio favorendo la coagulazione del sangue e facendo contrarre i vasi periferici (Sapolsky et al., 1986).

Lo scopo di tutti questi cambiamenti è uno solo: mettere l’individuo in “condizione di combattimento“.

Si distinguono due tipi di stress: quello positivo o eustress e quello negativo o distress.  

Esempi di distress sono le condizioni che generano questo stato di preallarme ma che non consentono di giungere alla risoluzione del conflitto, come la perdita di un congiunto, la perdita del lavoro, un trasloco.

Esistono stress fisici (uno shock elettrico, l’esposizione al freddo, a rumori o a campi magnetici), metabolici (riduzione dei livelli glicemici), psicologici (una prova d’esame), psicosociali (un evento di perdita o lutto).

Ciascuno di questi stressor, pur inducendo una generale attivazione dei meccanismi della risposta, è caratterizzato da una preferenziale stimolazione di uno o più sistemi (nervoso o endocrino).

Nel condizionare l’entità della risposta, oltre alla natura dello stressor sono molto importanti anche l’intensità, la frequenza e la durata dello stimolo: stressor troppo potenti, frequenti e prolungati sono in grado di superare la possibilità di resistenza dell’organismo, e di iniziare un processo patologico.                                                                   Un aspetto molto importante dello stressor è rappresentato dal grado di novità, prevedibilità e soprattutto evitabilità dello stimolo. Se infatti si tratta di qualcosa di mai fronteggiato in precedenza, imprevedibile o inevitabile, nell’animale si verifica una risposta più ampia di quella indotta da uno stimolo noto sulla base di precedenti esperienze o al quale sia in grado di sottrarsi.

Che cosa permette di reagire di fronte alle situazioni di sofferenza, da quelle più gravi, come una guerra, una alluvione, un terremoto, un attacco terroristico a quelle più frequentemente riscontrabili quotidianamente, come il venire offesi, derisi, stigmatizzati e che comunque sono avvertite da chi le subisce  come violenza psicologica?                                                                                     

Essenzialmente sono due gli elementi fondamentali che consentono di superare efficacemente gli eventi stressanti: la ‘resilienza’ e l’elaborazione dei conflitti.

Entrambe consentono, nonostante tutto, di continuare il proprio percorso di vita (Carderi, 2009).

Con il concetto di “resilience” si fa riferimento sia alla capacità degli individui di far fronte allo stress, sia al risultato di un buon adattamento (Emiliani, 1995).

Le risorse interne acquisite fino al momento del trauma permettono di reagire a esso; in modo particolare, risultano determinanti il possesso di un attaccamento sicuro ad una figura di riferimento, non necessariamente la madre, ed i comportamenti seduttivi, che consentono di essere benvoluti e in grado di riconoscere ed accettare gli aiuti che vengono offerti dall’esterno.

Entrambi gli agenti convengono verso la rielaborazione del conflitto, attraverso cui è possibile, rivalutare la propria sofferenza, modificare l’idea che si ha di essa, integrarla nella propria storia individuale, oltre che viverla come un valore aggiunto per la propria persona, che rende sensibili, a sua volta, alle sofferenze altrui, alle quali si sarà portarti a porre rimedio.

Si tratta, sostanzialmente, di compiere un percorso di ricerca del significato (Carderi, 2009).

 dr.ssa Anna Carderi

Tratto da Carderi A. Accoglienza in urgenza in Trauma e psicologia dell’emergenza. Accogliere, traghettare, riequilibrare,(a cura di R. Gorio), Kappa ed., 2011.