Un evento critico è un evento capace di sfidare e scorare i modelli più basilari che reggono il nostro funzionamento psicologico.
Quando nella persona falliscono tutte le strategie comportamentali volte a ridurre o evitare il dolore e il pericolo, si delinea l’esperienza di impotenza ed il conseguente impoverimento della condotta che genera uno stato senza speranza.
Spesso, un evento traumatico può rappresentare un problema così complesso da inibire nell’individuo la ricerca di tutte le strategie attivanti una soluzione protettiva.
La persona in uno stato di “senza speranza” ha la convinzione che non c’è risoluzione all’attuale situazione di dolore e pericolo che sta vivendo, per cui nulla cambierà mai.
Tale stato di impotenza impedisce alla persona sia di implementare risorse atte alla risoluzione del problema sia di attuare cambiamenti efficaci in positivo.
I pensieri e gli sforzi rivolti al mondo esterno sono sospesi, e alla fase di risposta ansiosa iniziale subentra uno stato di globale inibizione comportamentale (helplessness) e disinvestimento.
Inoltre, la vittima può vivere in una condizione di temporalità bloccata, in cui la percezione del tempo si arresta, si irrigidisce, limitando tutti i vissuti alla penosa e frustrante situazione del presente. Ciò tende a rinforzare il calo e la perdita di autostima e l’autosvalorizzazione.
I sintomi possono comprendere difficoltà di concentrazione, pensieri di morte ed estremo abbandono e disperazione, depressione.
Questo corollario sintomatologico concorre ad amplificare la percezione che l’evento critico sia insormontabile, per cui la vittima non solo si percepisce impotente ma anche nell’impossibilità di poter ricevere aiuto (“helplessness”).
La persona in questi casi può beneficiare di un intervento psicologico volto sia alla ristrutturazione del nostro modo di vedere il mondo sia alla costruzione di nuove percezioni che aprono la possibilità di un nuovo progetto di vita.
dr.ssa Anna Carderi