Nell’uomo esistono due fondamentali e distintivi vissuti relativi al corpo: la percezione e l’immagine corporea.
La percezione corporea è la percezione del nostro corpo vivente e finito (vale a dire con dei confini ben precisi) vissuto come integro e vitale. Questa percezione corporea, positiva o negativa che sia, accompagna l’uomo durante il corso della sua vita. La percezione corporea è un vissuto che ha una genesi precoce e ben precisa, a differenza dell’immagine corporea che invece si forma più tardi (epoca preadolescenziale) e che si costruisce sulla base delle esperienze percettive dei corpi altrui vissuti dal soggetto nei diversi rapporti oggettuali (Lalli et al., 1993).
L’immagine corporea è una rappresentazione mentale che ogni individuo ha del proprio corpo, della conformazione fisica, etc.
L’individuo che giunge alla pubertà ha già un senso integrato del proprio corpo, un senso di padronanza, di controllo di esso, atteggiamenti positivi o negativi nei suoi riguardi.
La situazione cambia drasticamente nella pubertà, quando i profondi e repentini cambiamenti somatici implicano per l’adolescente la ricostruzione di un’immagine coerente e integrata del proprio corpo. In questa fase evolutiva l’indice più importante riguardo alla percezione di sé è rappresentato dai fenomeni relativi alla comparsa dei caratteri sessuali secondari, ovvero, i caratteri distintivi del sesso in età matura.
Nello specifico, nella ragazza si manifesta l’arrotondamento dei contorni corporei, a cui concorrono sia l’ampliamento dello scheletro del bacino sia l’accumulo di adipe in determinate regioni quali mammelle, fianchi, cosce, natiche; l’utero aumenta di volume e assume le proporzioni dell’età adulta; le ovaie pure aumentano di volume e subiscono profonde modificazioni morfologiche in rapporto con le fasi evolutive dei follicoli oofori.
Nel ragazzo si ha un accrescimento di volume degli organi sessuali secondari e delle gonadi, compaiono barba e baffi; ciò, unito alle profonde modificazioni psicofisiologiche (maturazione dell’apparato genitale, comparsa della capacità riproduttiva), influenza le aree comportamentali e psicologiche di entrambi.
Generalmente, è in questa fase del ciclo vitale che la sessualità diviene per il giovane un’incognita, alimentata dalle reticenze e dai tabù sull’omosessualità, sulla verginità, sulla masturbazione, che concorre a fornire una lettura distorta di quel che avviene dentro di loro. Così ogni sensazione, emozione fisiologica diviene fonte di angoscia rinforzata dal silenzio su tali problemi imposto dagli adulti o da un’educazione sessuale ridotta ad un fattore meccanico-biologico; perciò, ragazzi e ragazze sanno tutto sull’ovulo e lo spermatozoo ma hanno informazioni distorte sulle loro emozioni (Cancrini et al., 1999).
L’esigenza dell’adolescente non è quella di avere informazioni scientifiche, quanto quella di vivere l’aspetto affettivo relazionale della sessualità. Quindi, per quanto utili possano essere le notizie sui processi riproduttivi non costituiscono una base adeguata per un pieno sviluppo sessuale, poiché hanno una portata troppo ristretta; parlare della riproduzione, tralasciando la sessualità, l’erotismo, l’amore e tutte quelle emozioni e quelle sensazioni che ruotano intorno ad essi, non aiuta il preadolescente a capire che cos’è il sesso (Money, 1980).
Dr.ssa Anna Carderi