Mangiare insieme a scuola.

Mangiare insieme, nutrendo e nutrendosi è un atto che consente di instaurare una relazione interpersonale profonda fatta di cura e fiducia, essenziale per lo sviluppo psichico del bambino, per la costruzione della sua soggettività e del senso del sé.

mangiare insieme a scuolaIn questo percorso evolutivo un ruolo importante lo svolgiamo noi genitori.

Siamo noi, in quanto primi responsabili dell’alimentazione dei nostri figli, a condizionarne sia lo stile alimentare sia il rapporto che avrà con il cibo. Spesso le nostre ansie alimentari, unite a convinzioni errate, neofobie alimentari varie, a ritmi frenetici, stress e all’eccessiva disponibilità di cibo, come pure all’inibizione emotiva, condizionano il modo di nutrire i nostri figli e il loro modo di nutrirsi facilitando l’instaurarsi di cattive abitudini alimentari. Tutto ciò inevitabilmente si riversa sul loro modo di mangiare e in questa cornice, il bambino impara che il cibo può essere una valvola di sfogo, un rifugio analgesico contro le sofferenze vissute o contro situazioni di disagio o di conflitto e diventare così una sostanza da cui dipendere psicologicamente.

In questi casi la scuola deve diventare l’ago della bilancia regolatrice e assumere il suo ruolo educativo e formativo. In tal senso la refezione scolastica costituisce un’occasione importante per favorire la strutturazione di corrette abitudini alimentari modificando quelle errate acquisite in famiglia. La refezione, attraverso il mangiare insieme consente al bambino di aprirsi a nuove esperienze sia a livello sensoriale, scoprendo nuovi sapori, colori, combinazioni e consistenze, sia a livello interpersonale, condividendo legami, regole comportamentali, ritmi e spazi.

Cosa fare se nostro figlio non vuole mangiare a scuola?

Senza cadere in allarmismi vari, facendogli opportune domande, il più delle volte, scopriremo che ciò è conseguente all’ansia per il cambiamento che il passaggio dal contesto familiare a quello scolastico comporta a livello relazionale, alimentare e di regole e alla frustrazione data dalla difficoltà di adattamento ad esso. La refezione offre, infatti, ai bambini che manifestano a casa un rapporto problematico con il cibo, un limite (stare seduti a tavola, mangiare tutto quello che è nel piatto, non chiedere il bis, non fare capricci ecc.) che troppo spesso non trovano in famiglia e che quindi hanno difficoltà ad accettare.

In virtù di ciò, non cediamo alle loro insistenze e ai loro capricci!

Piuttosto accompagnamoli in questo percorso di crescita e manteniamo una consapevole presa di posizione. Non cediamo allo strappo alla regola assecondando la loro golosità e invece che accompagnarli in gelateria o in pizzeria, portiamoli al parco, lasciamoli correre e giocare.

Controlliamo e facilitiamo la loro coerenza alimentare.

Facciamo nostre le buone regole alimentari imparate a scuola. Far seguire le regole sulla gestione alimentare anche a casa previene dal rischio insito negli eccessi alimentari come il sovrappeso, l’obesità, il sottopeso o l’anoressia.

 Dr.ssa Anna Carderi