M’ama non m’ama … Genitori alle prese con le prime passioni amorose dei propri figli.

amori adolescenziali carderiQuello di genitore è il mestiere più difficile al mondo.

Per poterlo compiere al meglio siamo chiamati a mettere continuamente in discussione il nostro operato modulandolo a seconda dell’età dei nostri pargoli, delle loro fasi di vita e dei loro vissuti, incluso l’innamoramento e l’amore.

Ammettiamolo, non è facile armeggiare con l’innamoramento dei nostri figli, soprattutto se disperato perché non corrisposto.

Vederli rapiti da quelle stesse trepidazioni e voluttà che noi per primi abbiamo sperimentato suscita emozioni controverse.                                                                                                                                                                                       Orgogliosi di vederli crescere ma desiderosi ancora di proteggerli, di non lasciarli andare. Se, da una parte ne sorridiamo, dall’altra ne siamo allarmati soprattutto se nostro figlio è adolescente.

Diversamente dalle prime cotte di un figlio piccolo, con un figlio adolescente bisogna fare i conti con i suoi continui cambi di umore, con le sue ansie che tolgono fame e sonno e che irrompono prepotenti creando tensioni e conflitti anche in casa, rendendoci sempre più impotenti, esterni ed estranei e al contempo legati e coinvolti. Dobbiamo fare i conti con il fatto che  non siamo più al centro del suo mondo, con il distacco fisico ed emotivo, ma soprattutto ciò che maggiormente ci spaventa è che dobbiamo iniziare a fare i conti con la sua sessualità.

Allora cosa fare?

Prendiamo fiato, sospendiamo il giudizio e il pregiudizio, allontaniamo i nostri fantasmi e accogliamo i suoi voli pindarici, i suoi disagi, i suoi dubbi e le sue domande. È importante stargli vicino, rispettando i suoi silenzi e la sua sofferenza in caso di amore non corrisposto e la sua euforia in caso di amore corrisposto.

Evitiamo di sminuire ciò che prova!                                                                                                                                             Diamo ai suoi sentimenti il giusto peso, ossia quello di cui lo investe il nostro cucciolo, ormai diventato grande. Al contempo, poiché l’amore è un emozione totalizzante e l’idea del bene amato è intrusiva e fuorviante dobbiamo monitorare che nostro figlio continui ad impegnasi nello studio e nelle attività extra scolastiche.

Nel caso esse vengano trascurate evitiamo atteggiamenti troppo direttivi e punitivi, il rischio è quello di elicitare un atteggiamento oppositivo e trasgressivo e di ottenere l’esatto contrario di quanto da noi auspicato.

Poi, se non l’abbiamo ancora fatto e anche se siamo un po’ in ritardo, è il momento di parlare di sessualità.

Se i nostri figli hanno un storia già da un po’ è possibile siano passati dal provare amore al fare l’amore.

Non tutti siamo pronti a parlare di sesso e sessualità con i nostri figli.

Soprattutto se le basi non sono state gettate in tempi non sospetti quando erano piccoli.

Essere pronti a parlarne non è semplice ma è indispensabile essere preparati sull’argomento. Evitiamo di affrontarlo solo in termini di cautele, virus e gravidanze indesiderate.

È importante, invece, orientare la sessualità come scambio di doni dove si vuole dare e ricevere piacere, intimità, confidenza.

Essere presenti, affiancando i figli quando serve e quando è richiesto, mantenendo un dialogo aperto equivale a gettare le basi di una buona educazione emotiva.

È fondamentale aiutarli a fare scelte consapevoli (e monitorarli in modo non invasivo), senza imporre nulla. Ricordiamoci che i nostri figli hanno bisogno di noi nonostante siano convinti del contrario. Quindi è indispensabile rimandargli che in noi, a prescindere delle loro scelte, troveranno sempre conforto e aiuto.

E, anche se li per li sembrano non ascoltarci o perfino darci addosso in realtà in un secondo momento rifletteranno sulle nostre parole prendendone atto e agendo di conseguenza.

 dr.ssa Anna Carderi