Burn-out: quando insegnare esaurisce

psicologo romaOggi la scuola, oltre alla tradizionale funzione educativa, è chiamata a svolgere anche quella di custodia ed assistenziale, la classe docente è, quindi, sottoposta a richieste eccessive, deve ricoprire una molteplicità di ruoli spesso discordanti tra loro, che deludono poi le iniziali aspettative nei confronti della professione. Questo sovraccarico lavorativo, spesso svalutato e non riconosciuto a livello sociale, può se protratto nel tempo sfociare nel burn out.

Il burn out è una condizione conseguente ad una situazione di stress prolungato tipica delle professioni che prestano aiuto (le helping professions o professioni d’aiuto), soccorso, sostegno agli altri (insegnanti, educatori, medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, sacerdoti, ecc.), nelle quali la relazione tra i soggetti interessati presuppone un forte coinvolgimento personale, tale che le qualità individuali diventano predominanti rispetto alle competenze, alle conoscenze tecniche.

Si instaura nel momento in cui l’individuo non riesce ad affrontare in modo costruttivo le situazioni di stress insite nell’ambiente lavorativo. In tal caso egli scivola a poco a poco in una forma di “adattamento” patologico di tipo difensivo, che si esprime in atteggiamenti e comportamenti quali l’appiattimento nel lavoro di routine, rigidità, cinismo, in breve in un “ritiro psicologico” nei confronti del proprio lavoro.

Cosicché il Burn-out interrompe il processo educativo, in quanto il docente, spossato dallo stress fisico e mentale, riduce al minimo indispensabile l’investimento delle proprie risorse professionali si distacca emotivamente e fisicamente dall’allievo e si adatta ad un lavoro superficiale di routine scolastica (spiegazione, interrogazione, compilazione di documenti ecc.), oppure abbandona il proprio posto di lavoro (assenteismo e turnover), provocando così un peggioramento inevitabile della qualità relativa all’insegnamento stesso.

L’insorgenza della sindrome del Burn-out si manifesta attraverso una serie di segni e sintomi variamente associati che, se identificati precocemente, consentono il riconoscimento del disagio lavorativo latente e la gestione del processo di logorio professionale attraverso idonee strategie.

Il Burn-out colpisce gli insegnanti quando viene a mancare in loro il coinvolgimento emotivo e soprattutto il carattere relazionale di aiuto specifico della professione. Per gli insegnanti vittime dello stress è molto importante considerare le proprie reazioni emotive allo stress, perché di fronte allo stesso evento potenzialmente stressante non tutti reagiscono ugualmente. Imparando a tenere sotto controllo il proprio stress si è maggiormente in grado di neutralizzare gli effetti negativi della situazione lavorativa che non si possono cambiare.

Il problema può essere risolto attraverso “l’autoregolazione delle emozioni”, cioè la capacità di limitare l’insorgere di forti emozioni negative e di favorire il manifestarsi di quelle positive. Imparare a riconoscere le emozioni negative e irrazionali e a sostituirle con modalità di pensiero più razionali e positive consente di  contenere le tensioni emotive, evitando una cattiva gestione dello stress.

Quindi … cosa fare?

  • Valutare correttamente l’evento
  •  Accettare l’evento critico inatteso come esperienza di vita spiacevole, riprovevole ma possibile;
  •  Accettare di avere responsabilità personale nell’aver partecipato e vissuto l’evento critico (spesso genera sensi di colpa);
  • Accettare di avere responsabilità non finalizzata però alla volontà di vivere l’evento critico (spesso tale differenza solleva la persona da ruminazioni cognitive di colpa).

Infine ricordiamoci che in quei giorni in cui ci si sente annegare basta fermarsi a respirare!

dr.ssa Anna Carderi