In un Paese sempre più multiculturale, il fenomeno migratorio, invece che rappresentare un’opportunità di arricchimento, troppo spesso impatta con una cultura di appartenenza che, lungi dal sostenere un’educazione improntata ai valori della pro socialità, del rispetto e dell’accettazione della persona straniera, favorisce un tipo di pensiero razziale che si oppone alla conoscenza dell’altro.
Tale chiusura allo straniero, alimenta un clima di paura e sospetto che i nostri figli inevitabilmente respirano condizionandone irrimediabilmente la crescita sia individuale sia sociale.
Come potrà mai crescere un bimbo a cui è stato inculcato il concetto di “evitare i negri per vivere bene”?
Probabilmente crescerà in un clima di precarietà e insicurezza sociale, con la percezione, per lui e i propri cari, di un pericolo imminente. Vivere in un clima di pericolo può far passare il bambino da un naturale stato di apertura all’altro ad uno di chiusura e sfociare in atteggiamenti aggressivi e discriminatori verso i coetanei stranieri, che nel tempo possono evolvere in fenomeni di vera e propria violenza xenofoba.
Per un sano sviluppo della personalità dei nostri figli ogni genitore dovrebbe portare l’attenzione più che alle differenze di pelle, religione, nazione, etc., alla condivisione delle differenti culture e alla valutazione dei vantaggi che possono nascere dalla convivenza con persone di diversa etnia.
Promuovere la sensibilizzazione all’integrazione interculturale e ai valori del rispetto delle diversità in un’ottica di educazione alla solidarietà che valorizzi lo scambio costruttivo di esperienze comparando, ad esempio, la nostra cultura e quella degli altri popoli, attraverso la conoscenza di tradizioni, usi, cibi, costumi e stili di vita diversi, porta all’arricchimento di quei valori che accompagneranno i nostri figli per tutta la vita.
In questa ottica l’integrazione diventa lo strumento chiave per la crescita individuale, per lo sviluppo di un senso di appartenenza e di abilità sociali e personali complesse, che permettano di “vivere bene con sé e con gli altri” e che preservino dall’insorgere di comportamenti devianti, di disagio e di disadattamento sociale.
Ricordiamoci che promuovere nei propri figli idee libere dal razzismo equivale a promuovere in loro la libertà di essere se stessi e di trovare spazio in una società sempre più multietnica anziché esserne emarginati.