L’eiaculazione rappresenta l’azione neuromuscolare più complessa dell’intero atto sessuale a cui partecipa il sistema nervoso centrale e periferico nonché una intensa componente psico-emotiva.
Il meccanismo dell’eiaculazione è composto principalmente da tre fasi.
La prima fase è costituita da un progressivo incremento delle secrezioni della ghiandola prostatica e vescicole seminali (fase dipendente dal sistema nervoso parasimpatico).
La seconda fase è caratterizzata dell’emissione, sicuramente quella più complessa, ed è caratterizzata dall’accelerazione del transito degli spermatozoi lungo il deferente e dalle potenti contrazioni peristaltiche della muscolatura liscia dei deferenti stessi, delle ampolle deferenziali, delle vescicole seminali e degli acini della ghiandola prostatica che provocano l’emissione del liquido seminale nell’uretra posteriore. In questa fase il liquido seminale rimane intrappolato nell’uretra prostatica tra lo sfintere striato dell’uretra ed il collo vescicale e aumenta di pressione.
Nella terza le contrazioni ritmiche e ben coordinate dei muscoli ischio e bulbo cavernoso, del pavimento pelvico aumentano ancora la pressione del liquido seminale all’interno dell’uretra. Il contemporaneo rilasciamento del muscolo sfintero esterno dell’uretra, mentre rimane chiuso il collo vescicale determina l’espulsione del liquido seminale all’esterno.
Nonostante si conoscano i meccanismi neurologici e meccanici dell’eiaculazione a tutt’oggi mancano terapie farmacologiche specifiche ed efficaci per il trattamento dei disturbi sessuali ad essa connessi (eiaculazione precoce, eiaculazione ritardata e impossibile).
Spesso la terapia elettiva una volta escluse patologie organiche urologiche o neurologiche è quella psico-sessuologica che si avvale dell’impiego di alcune tecniche comportamentali come quelle della compressione del glande e dello “stop and start”.
dr.ssa Anna Carderi