dr. Anna Carderi

Sesso e afrodisiaci
Il rapporto tra cibo e sesso è un rapporto indissolubile.
Cibo e sesso hanno la stessa localizzazione cerebrale, gli stessi circuiti neuroendocrini, gli stessi ormoni che li controllano tanto che, l’appagamento del gusto come di quello sessuale, oltre a rispondere alla fisiologica necessità di sopravvivenza propria e della specie, a livello nutrizionale e procreativo, assolvono ad aspetti più sociali, comunicativi, ludici, affettivi e personali ad esclusivo appannaggio del benessere e del piacere.
Il cibo al pari del sesso richiede una sua ricerca che accende e stimola i sensi.
Il cibo come il sesso porta con sé il piacere dato dal vedere, toccare, annusare e assaporare l’oggetto/soggetto della nostra voglia di “buono”.
Da sempre si è posta l’attenzione sulla ricerca di sostanze in grado di alterare la risposta psicosessuale nell’uomo e nella donna con l’intento di correggere problemi sessuali ottenendone una sorta di aiuto e di automedicazione.
La storia etnomedica evidenzia come l’uso di rimedi naturali come Citrullin, Ginkgo Biloba, Ginseng, Maca, Damiana, Griffonia, etc., possa avere effetti migliorativi sulla funzione sessuale andando però solo ad integrare la terapia sessuale e farmacologica vera e propria orientata più fattivamente alla risoluzione del sintomo sessuale.
Nonostante la diffusa convinzione “afrodisiaca” di cibi come cioccolato, crostacei, ostriche, peperoncino, zenzero o vino, i risultati della maggior parte degli studi scientifici non supportano l’evidenza dei loro tanti decantati effetti afrodisiaci.
Il vero punto di forza di questi alimenti è la percezione nell’immaginario comune; vale a dire, se si ritiene che siano afrodisiaci lo diventano, quasi per un effetto placebo!
Ad esempio, le particolari proprietà stimolanti attribuite all’alcool risiedono nella sua capacità di intensificare le relazioni con gli altri, favorendo la socializzazione. Spesso l’effetto disinibente di un bicchiere di buon vino provoca uno stato di euforia, benessere ed esaltazione interiore che si traduce in una maggiore disponibilità al gioco e in un’intensificazione della sensibilità fisica, dell’eccitazione e delle fantasie sessuali.
Gli effetti afrodisiaci di questi alimenti sostanzialmente sono da attribuire alla loro “fama” e alle aspettative sessualmente stimolanti connesse alla loro assunzione più che ai reali effetti.
È la situazione, la persona e lo stato psicoaffettivo in cui ci troviamo il reale stimolante sessuale.
Importanza va data più che al cosa può essere afrodisiaco, al come renderlo afrodisiaco.
L’atmosfera giusta, alimentata da un gioco di sguardi, ammiccamenti e sfioramenti, mentre magari si cucinano insieme i cibi dell’amore, nutre l’eccitazione e riduce l’ansia, aumentando, al pari del peperoncino e del cioccolato, la pressione sanguigna, favorendo così l’attivazione dell’ossido nitrico, fondamentale per l’erezione, e attivando la produzione di feniletilamina, l’amina del benessere, contenuta in natura nel cioccolato e nel vino, preparandoci a puntino per il dopo cena.
Oltre ad un’alchimia di sapori odori e luci se proprio vogliamo sedurre…vestiti sexy, trasparenze, corpi semi nudi, muscoli in evidenza, sono un cocktail neuroendocrino esplosivo di strumenti che noi, animali senza piume né criniere, possiamo usare per sedurre l’altro in una, lunga o breve che sia, danza del
corteggiamento.
Infine,ricordiamoci sempre che il rapporto che la persona ha con il cibo è indicativo della sua capacità di godere del piacere.
Infatti, una distorta relazione con il cibo è indicativa anche di distorsioni del rapporto con il sesso.
Tanto è che, nelle persone che soffrono di anoressia si riscontrano più facilmente idee negative sulla sessualità, paura del sesso, desiderio sessuale basso, avversione verso la sessualità, scarsa soddisfazione sessuale, anorgasmia e vaginismo.
L’estrema promiscuità e il masochismo sessuale è tipico delle persone bulimiche.
Mentre lo scarso coinvolgimento emotivo durante la sessualità e un’alta percentuale di deficit erettile e del desidero si riscontra nella vigoressia dove nel perseguire l’ideale di una forma perfetta la persona fa eccessivo uso di steroidi e sostanze anabolizzanti.