L’impatto e le ripercussioni della disfunzione sessuale sulla relazione con il partner e sulla coppia sono tali da dover richiedere il coinvolgimento di esperti nella terapia sessuale. La terapia sessuale è una specialità che comprende interventi cognitivo-comportamentali, tecniche di consapevolezza, interventi di coppia e psicoterapia. Il trattamento delle disfunzioni sessuali si snoda su un continuum di tipo comportamentale e relazionale che prevede il ricorso a prescrizioni tecniche e strategie terapeutiche. Esso consiste nella prescrizione di esperienze che il paziente deve svolgere al di fuori della seduta; questi “compiti” hanno come scopo quello di fargli raggiungere obiettivi concreti che gli rimandino la possibilità di un cambiamento positivo e del ristabilirsi di un buon funzionamento sessuale.
L’obiettivo della terapia sessuale è il ripristino di una relazione sessuale duratura e soddisfacente in modo da far apprezzare alla coppia la loro sessualità.
Nel trattamento delle disfunzioni sessuali il sessuologo deve considerare la complessa interazione dei molteplici fattori che possono essere alla base del problema sessuale presentato.
Ad esempio, quando un paziente lamenta disfunzione erettile, tutte le eziologie opzionali dovrebbero essere considerate per suggerire il trattamento appropriato. Potremmo ad esempio avere una perdita di erezione situazionale dovuta al cambio di posizione. Per cui ogni qualvolta che il paziente cerca di cambiare posizione perde l’erezione e non riesce più a recuperarla. In questo caso il sessuologo potrà suggerire posizioni per i preliminari e il rapporto sessuale che richiedono movimenti minimi e prescrizioni mansionali che richiedano la perdita volontaria dell’erezione attraverso la tecnica della compressione peniena e il suo successivo recupero attraverso la masturbazione al fine di dimostrare praticamente alla coppia che anche se l’erezione viene meno può sempre essere recuperata. Inoltre, devono essere indagati tutti i fattori che influenzano il desiderio sessuale della donna, i problemi di relazione, l’eccitazione sessuale limitata e inefficace e l’incapacità del paziente di concentrarsi sui suoi bisogni sessuali a causa della sua disfunzione sessuale.
Un altro problema multifattoriale è la difficoltà a raggiungere l’orgasmo, che può essere spiegata da un’eccitazione inefficace, problemi motori, effetti collaterali degli antidepressivi o dolore vaginale femminile dovuto alla lentezza generale della risposta sessuale del paziente e alla conseguente mancanza di lubrificazione. L’intervento in questo caso può consistere nell’insegnare alla paziente, attraverso esperienze sessuali prescritte, a focalizzare la propria attenzione sulle sensazioni premonitorie associate all’orgasmo così da aumentare il piacere fisico ed emotivo sia per lei sia per il partner. Utile è anche il rinvio a uno psichiatra per il cambiamento dell’antidepressivo.
Poiché può esserci comorbidità con altre patologie sessuali è doveroso indagare la presenza di altri disturbi come il vaginismo, il disturbo del desiderio e dell’eccitazione e il disturbo da dolore genitale durante il coito. Nel caso di dispareunia, seppur strettamente correlata alla malattia organica bisognerà valutare le possibili cause psicologiche come la mancanza di intimità affettiva, conflitti coniugali, preliminari inadeguati, insoddisfazione sessuale, problemi sessuali del partner che possono contribuire al persistere e all’aggravarsi della percezione del dolore e al peggioramento del disturbo e il significato ad esso associato. La ripetuta esperienza di dolore può causare l’evitamento delle esperienze sessuali e la compromissione della relazione sessuale stessa. Dal punto di vista psicosessuologico l’intervento, che prevede anche il coinvolgimento del partner, è mirato a ridurre il dolore e a migliorare la funzione sessuale. A tal fine il lavoro si focalizza sulla riduzione della paura di provare dolore durante il rapporto e sull’eliminazione dei fattori psicologici associati quali condizionamenti negativi, elementi fobici, etc. Utili strumenti sono gli esercizi vaginali volti alla conoscenza della muscolatura vaginale, alla desensibilizzazione verso la penetrazione e a sviluppare il controllo volontario, l’uso di fantasie guidate e di induzioni ipnotiche.
Fare esperienza di sé attraverso le mansioni pone l’individuo e la coppia di fronte a celati sentimenti di insicurezza, colpa, ansia, difese a cui si deve la sintomatologia e che sono all’origine delle resistenze in modo da raggiungere un maggior grado di consapevolezza.
Il sessuologo assisterà pazienti e partner nel cambiare le abitudini sessuali (tempi e posizioni), migliorare le capacità di comunicazione sessuale e adattarsi a diverse modalità di espressioni sessuali come l’idea di poter trarre piacere dalla sessualità con o senza orgasmo, con erezione parziale o con lubrificazione. Il ripristino del contatto intimo non sessuale può migliorare la relazione di coppia (Simao et al. 2015) e la consapevolezza non solo del proprio corpo ma anche del proprio piacere.
Oltre al corollario mansionale, la terapia sessuale si incentra pure su una psicoterapia atta ad aiutare i pazienti a superare eventuali blocchi psicologici.
Il connubio tra tecniche mansionali e psicoterapia proprio della terapia sessuale integrata consente di modificare le cause immediate – ansia da prestazione, inadeguata consapevolezza delle proprie sensazioni sessuali, l’autosservazione ossessiva, immagini mentali negative e profonde, conflitti latenti nella coppia, senso di colpa, ansie e resistenze, transfert verso il coniuge di aspetti negativi di sé, dei sintomi sessuali (Carderi et al. 2013).
L’utilità della terapia sessuale subentra ogni qualvolta la presenza di pregiudizi, condizionamenti, dell’ansia dovuta alle preoccupazioni circa le proprie prestazioni sessuali e al timore dell’insuccesso come anche al desiderio di fare bella figura, aggressività e ostilità verso la partner o mancanza di coinvolgimento, stress in generale, ostacolano una soddisfacente espressione sessuale.
dr.ssa Anna Carderi