Spesso la vita ostacola o ribalta i nostri piani rivelandosi una continua fonte di stress.
Ne sono un esempio i continui riadattamenti e cambiamenti a livello lavorativo e nella vita quotidiana che la crisi economica in cui riversiamo comporta.
Inoltre, la tragicità di eventi come la morte la malattia e la separazione può avere sull’individuo un impatto tale da sviluppare delle reazioni emotive e sintomatiche riassumibili nella perdita di contatto con la realtà quotidiana e del rapporto con gli altri, nel disequilibrio, nella depressione, nella paura o nel panico.
Tanti piccoli segnali, questi, che spesso bypassiamo abilmente sminuendoli o negandoli compromettendo così la nostra capacità di affrontare il mutamento con successo.
È così che questa rigidità comportamentale commista a negazione e rifiuto ci paralizza impedendoci di reagire al cambiamento in modo costruttivo e funzionale.
Come quando continuiamo a perseverare in una situazione che non ha più ragion d’essere solo perché in quanto familiare ci sembra la più sicura e rifuggiamo da qualunque occasione di cambiamento poiché, in quanto nuovo, ci appare pericoloso.
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