Un disturbo poco noto, che accende subito le fantasie maschili ma che nella realtà in chi lo vive provoca solo sofferenza, fastidio e frustrazione!
Chi soffre di disturbo dell’eccitazione sessuale persistente convive costantemente con sintomi fisici di eccitamento non voluti, né tantomeno cercati, in assenza, cioè, di pensieri o fantasie e stimoli visivi legati al sesso, che spesso non scompaiono neanche dopo uno o più orgasmi.
È proprio questa spontaneità dell’eccitazione e il fastidio da essa provocato che distingue il PSAD dall’ipersessualità.
I sintomi fisici sono caratterizzati da spasmi costanti di uno o più muscoli nella regione pelvica.
Spasmi che sembrano essere collegati con un nervo che causa sensazioni di formicolio che viaggiano sino alla regione genitale. L’eccitamento che ne deriva porta alla necessità di trovar sollievo attraverso l’orgasmo.
Questo stato inevitabilmente rende ingestibile il normale svolgimento delle attività quotidiane inficiando drammaticamente sulla vita della donna.
La sindrome dell’eccitazione sessuale persistente domina tutta la vita della persona ed è difficile che riesca a mantenere una vita psicologicamente e socialmente serena.
Diventa un problema usare mezzi di trasporto, stare con gli amici, andare a una festa o al cinema, viaggiare, fare sport, avere una relazione, lavorare. Ciò inevitabilmente comporta il ritiro sociale.
Il PSAD provoca ansia continua, depressione e sentimenti di Helplessness (sentirsi completamente senza speranza), rabbia, angoscia, imbarazzo e persino senso di colpa.
Le cause all’origine del disturbo non sono ancora note. Certo è che stress, rabbia, frustrazione, paura e ansia aumentano i sintomi.
Conseguentemente lavorare con tecniche immaginative e di rilassamento distende il corpo abbassando l’intensità delle sensazioni.
dr.ssa Anna Carderi