Come tutti sappiamo la vertigine si contraddistingue per una sensazione rotatoria associata a difficoltà a mantenere l’equilibrio e a camminare.
Ci sono persone però che descrivono la vertigine in modo poco chiaro e confuso come una sensazione di testa leggera o vuota, stordimento e giramento di testa!
Ad un’indagine più approfondita ci si rende conto che non soffrono di una vera vertigine ma di qualcos’altro … le pseudo vertigini.
La vertigine è una patologia di relazione con l’ambiente poiché comporta la rottura di un equilibrio naturale che causa la distorsione dei rapporti normalmente esistenti tra il nostro schema corporeo e l’ambiente che lo circonda. Quindi lo possiamo considerare come un segnale che ci manda il nostro corpo per farci capire che non ci stiamo adattando all’ambiente in modo adeguato.
In chiave simbolica essa richiama la mancanza di punti di riferimento affettivo che ostacola la persona a strutturare un equilibrio interiore stabile; la persona perde di vista il rapporto col mondo e si trova a “ruotare attorno a se stessa”.
L’equilibrio precario, quindi, conduce ad irrigidimento, a non potersi “guardare attorno” ed ecco che arriva la vertigine rotatoria:
- tentativo di rompere la rigidità imponendo alla persona a “guardarsi attorno”.
- esprime la paura di cadere per terra, di toccare le parti basse del Sé, di scoprire gli scotomi e i desideri nascosti e somatizzati
- indica dispersione di pensiero, il non essere centrato su di se.
Ansia: causa o conseguenza delle vertigini?
La vertigine funzionale o pseudovertigine è tipica di soggetti con carattere ansioso-depressivo, è una vertigine di tipo soggettivo (il paziente non vede girare l’ambiente intorno a sé ma si sente girare), di durata tipicamente continua o subcontinua.
Il sintomo pseudovertiginoso viene descritto dal paziente come sensazione di disequilibrio, di “testa vuota”, di “camminare sulle uova”. Il disequilibrio è poco intenso, ma continuo, insomma la sensazione somiglia a quella che si prova stando su una barca.
La pseudovertigine può provenire da tensioni psicologiche, stress, ansia, disturbi del sonno, e così via. Inoltre la sensazione pseudovertiginosa innesca un ulteriore stato d’ansia e preoccupazione, creando in tal modo un circolo vizioso in cui si aggrava il malessere fisico..
Tipiche sono la “somatizzazione di ansia”.
Le principali manifestazioni sono stanchezza, sensazione di sbandamento, pseudovertigini, mal di testa, formicolii agli arti,,disturbi dello stomaco ed eccessiva sudorazione.
Inoltre:
- La crisi così come è insorta all’improvviso scompare
- Molto spesso permane un malessere intenso con sensazione vertiginosa o di perdere i sensi
- Alcuni soggetti in situazione di paura vanno letteralmente in tilt
- Si resta come “shoccati” , inebetiti con una cefalea occipitale (nucale) preceduta da disturbi visivi e le palpebre cadenti
- È difficile per costoro riprendere la vita di tutti i giorni, lo stesso lavoro, reinstaurare i normali rapporti interpersonali
L’identikit
Giovani donne, ansiose che lamentano astenia, stress, insoddisfazione nell’ambito familiare e lavorativo.
Riescono a stare in piedi e ad espletare gli atti quotidiani.
Un semplice test clinico utile per diagnosticare questo tipo di patologia è quello di chiedere al paziente di respirare velocemente e profondamente (iperventilazione). In breve tempo il soggetto avvertirà una vertigine molto simile a quella lamentata.
La diagnosi differenziale
Frequentemente non è facile distinguere la pseudovertigine da altre forme di vertigine.
Una buona diagnosi differenziale si giova di tutta una serie di esami che consentono di confermare o meno i sospetti diagnostici dello specialista: esame audiometrico, esame impedenzometrico, ABR, esame vestibolare, stabilometria, TAC e Risonanza Magnetica encefalo.
Nelle forme vertiginose psicogene tutti questi esami risultano negativi:
Nistagmo
Test di Romberg
Prove cerebellari
Inoltre… alla vertigine psicogena possono associarsi
- sintomi di tipo Neurovegetativo tra cui: nausea, tachicardia, aumento della sudorazione, tremori diffusi.
- sintomi di natura funzionale (colon irritabile, reflusso e acidità gastrica, cefalea)
- il tipico quadro dei sintomi psichici tipici delle nevrosi ansiose, degli attacchi di panico, delle sindromi depressive o sintomi fobici come la paura dei locali chiusi (claustrofobia) o degli spazi aperti (agorafobia). Non si associano mai, tuttavia, sintomi otologici: ipoacusia (diminuzione dell’udito); acufeni (percezione di ronzii o sibili che non esistono nell’ambiente).
Sono invece assenti tutti i sintomi Neurologici organici: ipostenia (diminuzione della forza), ipoestesia (alterazione in diminuzione della sensibiltà tattile), dismetria (alterazione nella esecuzione dei movimenti), adiadococinesia (alterazione nella coordinazione dei movimenti).
Messaggio da portare a casa
Se è vero che: gli attacchi di panico sono una causa comune di “capogiro”… è anche vero che anche i pazienti chiaramente ansiosi o con attacchi di panico possono sviluppare una vertigine vera
Il paziente “non ben gestito” torna e ritorna. Sempre!!!!
dr.ssa Anna Carderi