Spesso attuiamo estenuanti sforzi per continuare a restare saldi sulle nostre posizioni nell’utopistica illusione che la situazione migliorerà da sola. È come se in una giornata di sciopero continuassimo imperterriti ad aspettare l’arrivo del tram invece di incamminarci per la nostra direzione.
Nella paura di barattare il certo, seppur negativo, con l’incerto, seppur positivo, ci crogioliamo nel ricordo di ciò che abbiamo perduto invece di considerare i vantaggi che il nuovo può offrirci.
Insomma, che sia finanziaria, lavorativa, relazionale o di salute, la crisi ci sorprende sempre e ci mette a dura prova.
In queste situazioni l’obiettivo del lavoro psicologico è quello di aiutare la persona a ritrovare se stessa, riprendere contatto con la vita e con gli altri, attraverso nuovi modelli di adattamento alla realtà, sviluppando l’autostima, le risorse interne positive e la resilienza.
Il lavoro clinico consiste nel favorire un cambiamento a livello psichico e comportamentale, attraverso degli strumenti specifici che si implementano sulla relazione, l’ascolto e il contenimento.
La possibilità di condividere ed esplorare in profondità, con un professionista competente, i propri vissuti, le proprie ansie e debolezze e di capirle insieme, porta all’acquisizione di nuovi strumenti psichici e relazionali.
Questo è quello che “ordinariamente” accade nello studio di uno psicologo in una classica situazione clinica.
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