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ott 11

Tossicologia e tossicodipendenza in sessuologia.

Si può dire che le disfunzioni sessuali, come eventuale spinta all’incontro con la sostanza, è argomento poco trattato sia a livello teorico che negli studi interdisciplinari, quindi non c’è da stupirsi se è una questione assai poco considerata anche a livello di opinione pubblica e di mezzi di informazione.

 

Generalmente quando si parla di droga e sessualità si prendono in considerazione solamente gli effetti tossici che le sostanze psicoattive producono sulle funzioni sessuali. Sebbene questo sia un problema rilevante, spesso si dimentica che una delle ragioni per le quali si utilizzano le droghe è anche il miglioramento delle prestazioni sessuali.

 

Conseguentemente disagi, derivati dalla ricerca della propria identità o da sintomi sessuali possono sollecitare l’uso delle sostanze visto come una forma di aiuto, terapia e sollievo dal disagio finalizzato a migliorare le proprie prestazioni sessuali, alleviare le frustrazioni connesse, molto spesso, a momentanee disfunzioni relative alla sessualità (eiaculazione precoce, disturbi erettili, etc.) sopraffare la frustrazione connessa all’inadeguatezza sessuale, per diminuire l’ansia inerente ai primi rapporti sessuali o interrompere il circolo vizioso ansia da prestazione-insuccesso-ansia da prestazione, per migliorare le loro prestazioni.

 

Il consumo abituale di farmaci può essere quindi considerato come un tentativo ripetuto di far fronte da soli a livelli di sofferenza percepiti come intollerabili o comunque sia frustranti. L’individuo che si avvicina alla sostanza è spesso portatore di un conflitto intrapsichico e la droga diventa l’espressione esteriorizzata di questo conflitto.

Presumibilmente l’assunzione finalizzata della droga al miglioramento dell’attività sessuale induce l’individuo in situazioni che rinforzano e consolidano questo stesso stile di vita, in virtù dei benefici che da esso si traggono: potenziamento delle prestazioni sessuali, diminuzione delle inibizioni, “cura” del disturbo.

dr Anna Carderi


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